
L'Atena di Velia, didramma della Magna Grecia
Il sestere di Persefone, realizzato in elettro, è stato coniata a Cartagine tra il 310 e il 270 a.C.
La moneta è autentica e in buono stato di conservazione.
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Il ratto di Persefone rappresentò un bel grattacapo per Zeus. Suo fratello Ade, monarca dell’oltretomba, era stato colpito da una freccia di Cupido, poi era salito in superficie e si era innamorato di Persefone dopo averla vista giocare vicino al lago di Pergusa, in Sicilia. La rapì e la condusse nel suo regno. Ma Persefone non era una comune mortale, bensì la figlia di Zeus e Demetra. Quando la madre, dea dell'agricoltura, seppe del sequestro, implorò Zeus di intervenire e arrivò perfino a ricattarlo impedendo la crescita dei frutti e mettendo a rischio il nutrimento degli uomini. Infine Zeus cedette e stabilì che Persefone avrebbe dovuto trascorrere sei mesi nel reame dei morti e sei fra i vivi. Sulla Terra, l’alternanza dei suoi soggiorni fu scandita dal susseguirsi di risveglio primaverile, raccolti estivi, sopore autunnale e gelo invernale. La natura seguiva questo ciclo, secondo gli umori lieti o nostalgici della madre Demetra.
Contesa fra terra e sottosuolo, Persefone era celebrata, come dea del melograno (simbolo della metamorfosi e della rinascita), soprattutto dalle donne, all’interno di grotte e di cavità sotterranee. Per il sincretismo religioso che qualche volta caratterizzò il passaggio dai riti antichi al cristianesimo, in alcuni casi il culto di Persefone fu assorbito e trasformato nella venerazione della Madonna del melograno. Che ne acquisì i sacrari e l’attributo iconografico. Persefone, nelle sue varie personificazioni, aveva grande seguito nelle colonie magno-greche e, successivamente, nei territori punici, dove era venerata con il nome di Tanit. La monetazione a lei dedicata è tipica dell’Italia meridionale e, nel periodo della dominazione punica, è arricchita da esemplari in oro ed elettro (una lega d'oro e argento, dal colore ambrato).
Sul diritto del sestere coniato a Cartagine tra il 310 e il 270 a.C., è raffigurata la testa di Persefone ornata da orecchini e da un collier con pendenti. I capelli sono raccolti e fermati da una corona di spighe di grano. Sul rovescio invece compare un cavallo con quattro piccoli globetti disposti in quadrato davanti alle zampe posteriori.
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