
L'Atena di Velia, didramma della Magna Grecia
La dracma d'argento Brettii è stata coniata nel territorio dell'attuale Calabria durante l'occupazione cartaginese dell'Italia meridionale
La moneta è autentica e in buono stato di conservazione.
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A testimoniare l'esistenza dei Brettii (o Bruzi) sono le monete che hanno attraversato i secoli e sono giunte fino a noi. Questa popolazione italica di stirpe osca, che abitò l'attuale Calabria, entrò in conflitto prima con i vicini Lucani e dopo con Roma, che li sottomise li colonizzò, li frammentò e alla fine li cancellò come entità autonoma.
Le monete dei Brettii sono molto simili alle coniazioni magnogreche perché erano entrati in contatto con le città elleniche della costa, assimilandone almeno in parte usi, religione, arte e lingua. Sul diritto di questa dracma Brettii, coniata durante l'occupazione cartaginese dell'Italia meridionale, è infatti raffigurato il busto diademato della dea Nike, che nella mitologia greca personifica la vittoria. Sul rovescio compare invece l'immagine di Dioniso nell'atto di incoronarsi con la mano destra, mentre con la sinistra regge un lungo scettro poggiante a terra.
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