Il sesterzio di Caracalla
  • Il sesterzio di Caracalla
  • Antica Roma, diritto del sesterzio di Caracalla
  • Marte dio della guerra sul rovescio del sesterzio di Caracalla

Caracalla, il sesterzio della guerra e della pace

2.745,00 €
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Sesterzio di Caracalla coniato nel 210 d.C. dopo le vittorie contro le popolazioni ribelli oltre la Manica. Il dio Marte, effigiato sul rovescio, simboleggia il trionfo militare dell'Impero Romano, ma anche la volontà di giungere ad accordi di pace dopo combattimenti sanguinosi per entrambe le parti.

La moneta ha una qualità del 30% della scala Bolaffi ed è corredata da certificato di autenticità.

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Quantità

Questo sesterzio d'argento risale al 210 d.C, quando Caracalla era insignito del titolo di Augusto e governava in coreggenza con il padre Settimio Severo. Sul diritto è scolpita l'effigie di Caracalla, mentre sul retro compare Marte, dio romano della guerra, una delle presenze più tipiche della monetazione romana, poiché la mitologia gli attribuiva la paternità di Romolo e Remo.

Caratteristiche della moneta

  • Anno di emissione: 210 d.C.
  • Valore nominale: 1 sesterzio
  • Metallo: oricalco
  • Peso gr. 25 circa
  • Diametro mm. 32 circa

Diritto: l'effigie dell'imperatore Caracalla

Sul diritto, la testa di Caracalla è ornata da una corona di alloro e rivolta a destra, con il volto impreziosito da una barba leggera e un accenno di drappeggio che si percepisce sulla spalla sinistra. È circondata quasi completamente dalla legenda che inizia in basso a sinistra e prosegue in senso orario con una breve interruzione in alto. Questa presenta Caracalla con il nuovo nome "Marco Aurelio Antonino Pio Augusto".

Caracalla è qui effigiato con sembianze ancora relativamente giovanili e abbastanza diverse da quelle che si riscontrano sui sesterzi emessi anche solo pochissimi anni dopo.

Rovescio: Marte, dio della guerra

Il campo di questo rovescio è dominato da una raffigurazione del dio Marte in marcia verso sinistra in abito militare, con il martello svolazzante alle sue spalle e con elmo crestato. Con la mano destra protesa in avanti porge un ramoscello, mentre con la sinistra tiene un trofeo d'armi. Caracalla stesso si identificava in Marte, brandendo un segno della vittoria contro le popolazioni che si erano ribellate all'Impero Romano, ma al tempo stesso aprendo ad accordi di pace per limitare le perdite che erano state cospicue.

La datazione della moneta

La legenda richiama le cariche attribuite a Caracalla al momento di coniazione di questo sesterzio e permette di contestualizzarne l'emissione facendo ricorso alle fonti storiche. Ad esempio, queste riferiscono che la carica di Console fu conferita a Caracalla quattro volte e, in particolare la terza nel 208 e la quarta nel 213. Grazie al numerale III, possiamo così definire per questo sesterzio un periodo di coniazione compreso tra il 208 e il 212.

La presenza nella legenda della carica di Tribuno della plebe, abbinata al numerale XIII, permette invece di limitare tale periodo al solo 210 d.C., anno in cui esercitò tale carica per la tredicesima volta.

Infine, l'indicazione della carica di Pontefice, invece che di Pontefice Massimo, fa intuire che durante l'anno di coniazione di questo sesterzio il padre Settimio Severo era ancora vivo. È dunque la conferma che la moneta è stata coniata prima del 211.

N070197

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