Moneta d'oro di Giulio Cesare in buono stato di conservazione
  • Moneta d'oro di Giulio Cesare in buono stato di conservazione
  • Vesta, la dea romana del focolare domestico
  • Moneta d'oro di Giulio cesare con iscrizione sul console Aulo Irzio

Il prezioso aureo di Giulio Cesare

19.825,00 €
Tasse incluse

Moneta d'oro emessa da Giulio Cesare nel 46 a.C. per celebrare il fedele console Aulo Irzio, il cui nome compare sul rovescio. Si tratta di uno dei pochi ori dell'età repubblicana, periodo caratterizzato da austerità anche in campo monetario. Sul diritto non compare il volto dell'imperatore, ma l'effigie femminile di Vesta, la dea del focolare domestico.

La moneta d'oro disponibile ha una qualità del 50% della scala Bolaffi, ben al di sopra della qualità media delle monete dell'epoca, ed è corredata da certificato di garanzia e autenticità.

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Quantità

La monetazione di Giulio Cesare si inquadra in un periodo di disordine politico nel quale le varie emissioni non sempre obbediscono a criteri metrologici ufficiali. Ne è un esempio questo aureo sul quale compare il nome di Aulo Irzio, console romano, condottiero e autore dell'ottavo libro del "De Bello Gallico".

  • Anno di emissione: 46 a.C.
  • Metallo: Oro
  • Peso: 8,08 gr.
  • Diametro: circa 20 mm.
  • Contorno: non regolare

Rovescio

Nel periodo di emissione, non erano ancora in vigore le regole del sistema repubblicano, le quali prescrivevano che sulle monete potessero comparire solo i nomi dei magistrati preposti alla loro emissione. La comparsa dei nomi di altri titolari di cariche pubbliche più importanti, ad esempio consoli o tribuni della plebe, non era dunque consentita perché avrebbe potuto costituire una deriva potenzialmente pericolosa verso un regime monarchico, che era percepito come tirannico. Non deve quindi stupire che la presenza del richiamo a Giulio Cesare al diritto sia bilanciata dalla presenza di un nome diverso al rovescio, ma resta da capire a quale titolo vi compaia questo Aulo Hirzio.

Gli studiosi hanno stabilito che l'emissione sia stata promossa da Giulio Cesare per ricompensare il valore e la fedeltà del suo esercito, attingendo al bottino in oro ricavato dalle sue spedizioni vittoriose, in particolare quella contro i Galli, da lui immortalata nel celebre "De Bello Gallico". Ciò sarebbe avvenuto scavalcando la competenza dei magistrati preposti a tale compito e affidando l'emissione proprio ad Aulo Hirzio, politico e militare molto vicino a Cesare, in virtù di una non meglio precisata carica attribuita allo stesso Hirzio. Infatti, le lettere PR presenti nella legenda possono riferirsi tanto a Praetor quanto a Praefectus e non vi sono elementi che facciano propendere la scelta per l’una piuttosto che per l’altra.

La raffigurazione del rovescio non ha niente a che vedere con la legenda. Compaiono allineati in orizzontale tre emblemi religiosi dell'epoca. Il primo è un un bastone ricurvo, detto lituus, simile a un pastorale molto corto e utilizzato dagli àuguri per scrutare il cielo stellato e formulare i loro oroscopi. Il secondo e il terzo elemento sono invece una brocca e una scure.

Diritto

La parte centrale del campo di questo diritto è invece occupata dalla testa velata di una figura femminile a destra, variamente interpretata dagli studiosi come la dea Vesta o una personificazione della Pietas. Ai lati della testa si trova la legenda, divisa in due parti, che inizia in basso a sinistra, corre lungo il bordo in senso orario e termina in basso a destra.

La legenda, corta e di semplice lettura, non offre particolari problemi interpretativi. La formula C CAES è chiaramente riferita al celeberrimo condottiero Giulio Cesare, sebbene in maniera piuttosto inusuale non ne sia indicata la gens di appartenenza, ovvero la famiglia di origine, che nell'onomastica latina assolveva alla funzione che oggi ha il cognome. Il riferimento alla gens Iulia è probabilmente omesso a causa della grande notorietà del soggetto citato, la cui fama rendeva probabilmente superflua una precisa denominazione onomastica.

Infine la menzione del terzo consolato a lui associato consente di individuare con precisione l’anno di emissione di questo Aureo, in quanto le fonti storiche tramandano che Giulio Cesare fu console per la terza volta nel 46 a.C. e per la quarta nel 45 a.C. Dunque il periodo nel quale egli poteva dichiarare di aver ricevuto il consolato per tre volte è limitato al solo 46 a.C.

N800580

Riferimenti Specifici

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