
Due volti dell'Impero: i denari d'argento di Traiano e Adriano
Denario d'argento di Tiberio che circolò tra il 14 e il 37 d.C. e potrebbe essere stato uno dei 30 denari di Giuda, il prezzo per il tradimento di Gesù.
La moneta viene venduta in buono stato di conservazione, custodita in un elegante cofanetto ed è corredata dall'esclusivo Catalogo Bolaffi delle monete degli imperatori romani.
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Il denario di Tiberio era la moneta circolante attraverso l'Impero Romano nel 33 d.C., l'anno del tradimento di Giuda e della crocifissione di Gesù. Potrebbe essere stato proprio una delle monete presenti nel sacchetto che venne consegnato all'apostolo.
La monetazione di Tiberio prosegue nel solco della riforma augustea e si caratterizza per l'uniformità dei tipi monetali prodotti. Ne è un esempio il denario d'argento emesso in Gallia dalla zeccca di Lugdunum, l'attuale Lione.
Sul diritto è effigiata la testa dell'imperatore rivolta a destra. Il volto ha una leggera somiglianza con quello di Augusto perché Tiberio voleva allo stesso tempo mantenere una continuità con l’immagine del predecessore e inserire alcuni elementi distintivi.
Al rovescio trova espressione uno dei grandi misteri di Tiberio. Compare infatti una figura femminile seduta a destra che tiene un lungo scettro verticale con la mano destra e un ramo d'ulivo con la sinistra. Secondo alcuni si tratta della personificazione della Pax romana; secondo altri sarebbe la raffigurazione di Livia, la madre di Tiberio. Il reale significato di questa raffigurazione è ancora oggi un mistero.
Possono essere reperite anche monete con raffigurazioni diverse sul rovescio, per esempio la quadriga al passo con il carro decorato con simboli militari. La varietà di monete è ancora oggi una preziosa testimonianza storica dell'Impero Romano durante gli anni di Gesù.
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