
Il marengo d'oro del primo re d'Italia
Marengo d'oro da 20 franchi, emesso dalla Repubblica Subalpina nel 1802, nell'ultimo anno della sua esistenza.
La moneta, risalente al periodo napoleonico, è autentica e in perfetto stato di conservazione, al di sopra della qualità media oggi reperibile.
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Erano le 8 del mattino del 14 giugno 1800 quando a Marengo, nei pressi di Alessandria, l'Armée d'Italie comandata da Napoleone Bonaparte si scontrò contro l'esercito austriaco, molto più grande. La sconfitta sembrava inevitabile, ma alle 21 dello stesso giorno il condottiero transalpino riuscì a cambiare le sorti della battaglia e a mettere in fuga il nemico. Pochi giorni dopo, fu quindi restaurata la Repubblica Subalpina che, in ragione della ritrovata indipendenza, decise tra i primi atti ufficiali di emettere proprie monete.
La moneta d'oro da 20 franchi emessa nella breve vita della Repubblica Subalpina (appena 27 mesi) è stata a tutti gli effetti il primo marengo della storia, nata per legittimare la nuova autorità statale e per celebrare l'importante vittoria nella battaglia di Marengo. E venne coniata proprio nella stessa officina monetaria di Torino dove per secoli la Casa Savoia aveva prodotto i propri nominali in oro, argento e mistura fino a farne l'unica zecca operativa del Regno d'Italia.
Sul diritto è raffigurato un busto di donna con elmo, rappresentazione della Repubblica, ispirata alla dea Minerva. La leggenda riporta la frase "L'Italie délivrée a Marenco" (L'Italia fondata a Marengo). Al rovescio, compare per la prima volta su una moneta il valore di 20 franchi, accompagnato dal motto "Liberté Egalité" e dal nome "Eridania", usato in sostituzione di "Piemonte", probabilmente per evitare qualunque riferimento ai Savoia che annoveravano il titolo di Principi di Piemonte.
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