
La preziosa moneta d'oro di Nerone
Moneta d'oro di Marco Aurelio, risalente al periodo tra il 162 e il 163 d.C. quando lui era imperatore insieme a Lucio Vero. Sul rovescio è raffigurata la Salus, divinità romana della salute, con una benedizione per i due sovrani.
La moneta d'oro disponibile ha una qualità del 50% della scala Bolaffi, superiore alla qualità media che si attesta intorno al 35%, ed è corredata da certificato di garanzia e autenticità.
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Dal 161 al 169 d.C., Marco Aurelio governò insieme a Lucio Vero in quella che è stata a tutti gli effetti la prima diarchia dell'Impero Romano. I due sovrani si divisero i compiti di amministrazione e di gestione delle campagne militari, condividendo il potere. L'armonia tra di loro è testimoniata anche da questa bellissima moneta d'oro che li affida alla protezione della dea romana della salute.
Marco Aurelio fece infatti coniare questo aureo dopo che Lucio Vero fu costretto a sospendere temporaneamente la campagna contro i Parti perché, durante il viaggio verso il Medio Oriente, fu colto da malattia mentre si trovava a Canusium, l’odierna Canosa di Puglia.
Tra le monete emesse da Marco Aurelio durante la diarchia, questo aureo è una delle più emozionanti, proprio per il bel messaggio nei confronti del co-imperatore.
Sul diritto della moneta, l busto dell’imperatore Marco Aurelio, visto leggermente di spalle e rivolto a destra, coperto da un ricco drappeggio, che copre a sua volta la corazza della quale si percepisce la spallina destra, occupa quasi interamente il campo del diritto, dal quale emerge in gran rilievo. La testa, priva di ornamenti, è arricchita da una capigliatura folta e ricciuta, alla quale si accompagnano barba e baffi significativi, ma non particolarmente pronunciati. La legenda, scritta in caratteri grandi, relativamente semplice e solo onomastica, inizia in basso a sinistra e circonda l’effigie senza interruzioni, a meno della parte inferiore della moneta, occupata dal busto.
La raffigurazione che compare al centro del rovescio mostra una figura femminile stante a sinistra, che tiene uno scettro con la mano sinistra, mentre, con la destra, nutre con una patera un serpente avvolto intorno a un’ara ai suoi piedi. La legenda, divisa in una parte principale distribuita lungo il bordo della moneta e una parte più piccola in esergo, ha due funzioni: la prima parte funge da didascalia della raffigurazione, mentre la seconda enumera cariche e titoli attribuiti all’Imperatore al momento della coniazione di questo Aureo.
La figura femminile che occupa la scena complessa di questo rovescio è una personificazione della Salus, la dea romana della salute, del benessere fisico e morale, della prosperità materiale. Gli Augusti richiamati nella legenda, che recita “Per la salute degli Augusti Tribuno della Plebe diciassette volte Console tre volte”, sono evidentemente Marco Aurelio e il genero Lucio Vero. Il richiamo alla Salus che compare all’inizio della legenda costituisce un messaggio augurale riferito a entrambi, mentre la successiva citazione delle cariche riguarda il solo Marco Aurelio, in quanto titolare di questo aureo.
Oltre alla connessione all’evento storico della malattia di Lucio Vero a Canosa, occorsa nel 162 d.C., ci sono altri elementi più puntuali che ci permettono di datare con precisione la moneta tra il 162 e il 163 d.C. A proposito di Marco Aurelio, viene infatti indicato l’incarico di console per la terza volta, carica rivestita a partire dal 161 d.C. A restringere ancora di più il campo è però l’indicazione di tribuno della plebe per la diciasettesima volta: l’imperatore ricoprì questo ruolo il 10 dicembre 162 d.C. e lo mantenne per un anno, dopodiché venne riconfermato per la diciottesima volta.
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