Il solido d'oro dell'imperatore Costante I
Aureo di Giuliano imperatore d'Oriente
Moneta d'oro emessa da Giuliano l'Apostata tra il 361 e il 363 d.C., durante il breve periodo al potere. oltre agli elementi tipici dell'imperatore d'oriente, compare un riferimento al valore dell'esercito.
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L'imperatore Giuliano, detto "L'apostata" in seguito alle persecuzioni dei cristiani, visse la gioventù confinato in isolamento dal cugino Costanzo, uno dei tre figli di Costantino, che ne temeva la concorrenza per il potere. Nel 355 d.C., venne però nominato Cesare e gli fu affidato il comando dell’esercito in Gallia in quanto non era più considerato una minaccia. Tuttavia, il giovane Giuliano rivelò invece insospettate qualità di comandante e, dopo anni di vittorie militari, fu proclamato Imperatore dai suoi soldati nel 361 d.C. Costanzo si ammalò e morì lo stesso anno, mentre si apprestava a muovergli guerra, e così Giuliano rimase unico Imperatore, fatto insolito per l’epoca.
Con lui, l’impero, da sobrio sistema istituzionale di origine repubblicana, nel quale i cittadini avevano pari diritti e l’imperatore era un princeps, primo fra uguali, si era trasformato in una monarchia orientaleggiante, nella quale l’imperatore assumeva una natura semidivina, quasi un dio in terra, e veniva perciò qualificato come "Augusto perpetuo" (vedi approfondimento).
In questa moneta d'oro, vediamo sia i tratti tipici dell'imperatore d'Oriente che il riferimento alle vittorie militari di Giuliano.
- Anno di emissione: 361-363 d.C.
- Metallo: Oro
- Peso: 4,37 gr.
- Diametro: circa 20 mm.
- Contorno: non regolare
Diritto
La legenda inizia in basso a sinistra e si interrompe in alto per fare spazio al busto dell'imperatore Giuliano, rivolto a destra e ornato da un ricco drappeggio indossato sopra la corazza. La sua figura, di grandi dimensioni in relazione allo spazio disponibile, è effigiata con il volto impreziosito da una barba folta e con un diadema di perle fra i capelli.
Nella legenda, puramente onomastica, è compreso l’aggettivo perpetuus, che inizia ad apparire con una certa frequenza in associazione al titolo di Augustus sulle monete dei figli di Costantino, fino a divenire una presenza costante nella monetazione della parte finale dell’impero romano e successivamente in quella dell’impero bizantino. La sua presenza è una delle manifestazioni della profonda trasformazione subita dall’impero romano dopo la svolta impressa da Diocleziano.
Rovescio
La parte di legenda lungo il bordo è intimamente connessa con la raffigurazione che occupa il campo di questo rovescio, anzi si può dire che ne sia un commento. In tale raffigurazione compare un soldato con elmo e corazza, personificazione anonima del valore dell’esercito, in movimento verso destra e con la testa rivolta all’indietro, mentre tiene con la mano sinistra un trofeo d'armi che appoggia sulla spalla e preme con la destra sulla testa di un prigioniero, semi inginocchiato e con le mani legate dietro la schiena.
La parte di legenda che si trova in esergo indica invece Sirmium, l'attuale Sremska Mitrovica in Serbia, la città sede della zecca che coniò questa moneta. E' probabile che l'indicazione della zecca sulle monete, che compare a partire dall'ultima parte del III Secolo d.C., fosse dovuta alla necessità di rendere tracciabile il percorso di lavorazione di ogni singola moneta al fine di tenerne sotto controllo la qualità, in particolare per quanto riguarda il titolo dell’oro.
Riferimenti Specifici
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