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Moneta da 100 lire d'oro Anno Santo 1950, il primo Giubileo globalizzato e condotto sotto il pontificato di papa Pio XII, al secolo Eugenio Pacelli.
L'esemplare, in qualità splendida, viene venduto insieme al cofanetto, al certificato di garanzia e al catalogo Bolaffi delle monete della Città del Vaticano.
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L’Anno Santo 1950 fu il primo Giubileo del dopoguerra, indetto da Pio XII per invitare alla riconciliazione e alla rinascita spirituale dopo la tragedia del secondo conflitto mondiale.
Il suo motto era “L’anno del grande ritorno e del grande perdono”, un invito potente alla riconciliazione, sia individuale che collettiva, dopo anni di lacerazioni morali, materiali e spirituali. L’obiettivo era quello di far ritornare i fedeli a Roma, cuore della Cristianità, e alla pratica della fede, ma al tempo stesso di offrire perdono attraverso la penitenza e la remissione dei peccati tramite indulgenza plenaria.
In questo contesto, venne emessa dal Vaticano la prima moneta d'oro ad un Giubileo, un simbolo importante per rappresentare un evento dal grande impatto mediatico, che fu in grado di riavvicinare Chiesa e mondo contemporaneo.
Con la serie celebrativa dell'Anno Santo 1950, la realizzazione delle monete papali passava nelle sapienti mani di Pietro Giampaoli. A lui spettò il compito di restituire un'immagine della Chiesa solenne, ma non distante, coerente con lo spirito del Giubileo. Tra le gli esemplari coniati, c'è questo 100 lire, la prima moneta d'oro moderna a celebrare un Anno Santo.
Sul diritto, Papa Pio XII è raffigurato con la tiara triregno, che nella visione tradizionale sottolinea il ruolo spirituale e temporale del pontefice. Si tratta di una delle ultime monete a raffigurare il papa con il triregno perché questo copricapo autoritario è stato abbandonato gradualmente e sostituito dalla mitria o da simboli più pastorali.
Sul rovescio, è raffigurata una bellissima immagine dinamica che descrive il rito del “battere tre colpi”, attraverso il quale il Papa bussa per tre volte alla Porta Santa, con un piccolo martelletto d’argento, recitando: “Aperite mihi portas iustitiae” (Apritemi le porte della giustizia). Questo gesto, che rievoca il pellegrino che chiede accesso al Tempio, richiama l’umiltà della Chiesa l’invito alla penitenza.
La moneta è stata emessa in 14.000 esemplari
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